IN LAB.

C’è una parte dove meglio non entrare.  E’ il regno del flessibile e delle mole, dove i tagli alle mani sono all’ordine del giorno si esce così sporchi e impolverati da essere irriconoscibili. Poi ce n’è un’altra dove mi sforzo con risultati alterni di mantenere l’ordine, di creare un ambiente pacifico piacevole e di ispirazione.

Agli occhi di molti solo un vecchio ufficio della SIAE, seminterrato e poco luminoso, la cui unica finestra da su un garage. Agli occhi miei, il mio regno. In fondo a me serve solo una scatola di cocci. Un paio di strumenti indispensabili, un tavolo e una poltrona abbastanza comoda per trascorrerci tante ore.  Un po’ di buona musica, un the caldo e le vostre voci quando venite a trovarmi e a curiosare tra le collane.
(foto di Serena Cevenini)